Da alcuni documenti del 1360 e del 1490, che regolamentavano molti aspetti della vita pubblica sammarchese, si dice che era vietato girare per il paese senza fracchia o segno di lume, dal suono della campana della sera fino all’alba, e poteva bastare un lume fino a sei persone e una fracchia fino a dieci. L’uso di girare con fiaccole, lanterne o altro lume è stato in uso fino agli albori del XX secolo quando sono stati montati i primi lampioni pubblici a petrolio. Nelle processioni serali e notturne era previsto che i devoti portassero torce o altri sistemi di illuminazione, solo in alcuni casi portavano candele di cera.
Fino al XIX secolo la processione della Visita dei Sepolcri si svolgeva il Giovedì Santo a sera e veniva seguita da tutte le confraternite con le fracchie accese. Nel 1873 il Vescovo di Foggia ha autorizzato solo la Confraternita dei Sette Dolori a organizzare la processione.

Fracchia1

Le fracchie erano di piccole dimensioni (da 10 a 40Kg) e venivano portate a braccio o poggiate sulle spalle. In alcuni casi due uomini mettevano una pertica di traverso e la fracchia veniva poggiata sopra, mentre un altro sorreggeva la “coda”. La statua della Madonna, trasportata dalla chiesa dell'Addolorata, raggiungeva la chiesa Madre per trascorrervi la notte e riprendere la visita ai Sepolcri all’alba del venerdì, senza le fracchie, perchè la luce del giorno rischiarava la via.

 

Nel 1925 apparve la prima grande fracchia montata su ruote su iniziativa della sig.ra Michelina Gravina, che la fece costruire dai suoi numerosi garzoni in segno di devozione e negli anni che seguirono ci furono sempre delle fracchie montate su ruote in legno.
La fracchia nel tempo2Dalla fine degli anni ‘40 e fino al 1957 a curare la manifestazione delle fracchie provvide il locale Circolo dell’Artigianato, il quale, in assenza di contributi pubblici, sopperiva con le elargizioni inviate dai sammarchesi all'estero, in particolare dall’Australia.
Nel periodo fascista la sezione dell’Opera Nazionale Dopolavoro cercava di promuovere e organizzare le fracchie concedendo dei premi. Nel 1957, con la costituzione della Pro Loco e in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, si provvide a dare una struttura organizzativa stabile con l’impegno costante di quest’ultima a fornire la legna necessaria per la costruzione delle fracchie. Nel 1954, in seguito a una riforma liturgica, la Messa in Coena Domini veniva spostata al pomeriggio con il conseguente slittamento dell’adorazione del "sepolcro" e delle annesse processioni delle diverse confraternite alla sera dello stesso giorno, invece che del primo pomeriggio. Per evitare sovrapposizioni di processioni e conseguente confusione tra le diverse confraternite e quella dei Sette Dolori, che veniva  accompagnata dalle fracchie, si decise di spostare la processione con le fracchie al Venerdì  santo a sera. In questo modo la processione con le fracchie perdeva la sua naturale collocazione temporale e la motivazione originaria, quella di accompagnare la Madonna e la confraternita a visitare i sepolcri, per acquistare, invece, un connotato più atipico e atemporale.
scansione0021Dagli anni ’50 le fracchie progressivamente tendono ad assumere dimensioni sempre più mastodontiche, trasformandosi in "orgogliose gare di bravura" tra li carvunère e i devoti. Costruire e trasportare fracchie enormi incominciò ad apparire una prova di abilità e di coraggio; il diametro della bocca raggiungeva anche 3,5 metri e il peso superava i 100 quintali. Alla fine degli anni ’70 si è cominciato a mettere dei limiti di peso e grandezza per evidenti motivi di salvaguardia dell'incolumità sia dei trasportatori sia degli spettatori, specialmente in considerazione che la processione aveva luogo in corso Matteotti, largo solo pochi metri.

Video di G. Bonfitto